San Paolino un patrono d'eccezione
Si avvicina il 12 luglio, festa di San Paolino, Patrono di Lucca.
Ce la racconta Paola Moschini, dell'Associazione di Guide Turistiche Lucca Info & Guide.
Lucca è una città con alcune eccezioni che la rendono speciale. Una volta arrivati nella piazza centrale, quella che dalle origini romane è stato il cuore, da dove tutto ebbe inizio nel 180 a.C., quella chiesa che il visitatore si trova davanti non è il Duomo come si aspetterebbe, ma è la Chiesa di San Michele, senza altri appellativi. Poi dopo un vagare e perdersi tra le vie strette e ombrose appare la Cattedrale, con il suo originale portico e con un cavaliere nell’atto di tagliare il mantello, che fa presagire si tratti di San Martino e quindi viene automatico pensare che il generoso soldato romano sia il patrono della città, ma non è così.
Una casa per due
Il protettore della Repubblica Lucense è il meno noto, San Paolino. Non si hanno notizie sicure sulla vita e tanto meno dell’esistenza di questo primo vescovo che, secondo leggenda, fu inviato da San Pietro stesso a convertire il popolo lucchese. Era il tempo di Nerone e delle persecuzioni cristiane e il giovane Paolino morì da martire. La chiesa attuale con una lineare facciata in calcare bianco, che sorge nella zona ovest della città è stata riedificata agli inizi del 1515 e resiste tutt’oggi come unica chiesa rinascimentale della città.
Non è in realtà “casa” solo del patrono Paolino, ma anche di San Donato, che rimase senza dimora quando con il piano della tagliata fu demolito il borgo esterno per costruire la nuova cinta muraria rinascimentale e quindi fu colta l’occasione di incaricare il fiorentino Baccio da Montelupo che costruisse una casa per due.
Fatto sta che pochi sanno di questa doppia titolazione e a confonderci ancora di più le idee sono le statue in facciata, sembrano quasi gemelli, chi è chi? E’ San Paolino quello a destra con la mano sul petto e lo sguardo rivolto verso il cielo e San Donato quello a sinistra che indica verso l’esterno, quasi a dire della sua provenienza fuori dalle mura?
I due vescovi fanno però “coppia fissa” anche sopra la porta delle mura, questa però semplicemente nota come Porta San Donato, una delle tre porte originali. In questo caso, San Paolino è facilmente riconoscibile perché accompagnato da un putto con in mano una Lucca murata in miniatura.
Balestre e cannoni tra passato e presente
I festeggiamenti del patrono, sono da sempre tema importante per la vita di una città. A Lucca già dal medioevo vengono realizzati i cosiddetti Giorni di San Paolino che tra cortei, concerti, mostre, celebrazioni religiose e luminare raggiungono il culmine con il giorno del Palio che cade esattamente il 12 Luglio. Ed eccoci di nuovo all’eccezione: niente contrade, ma terzieri (San Martino, San Paolino e San Salvatore) concorrono, non in una gara a cavallo, ma bensì in una sfida di tiro con la balestra.
Questi abilissimi uomini e anche qualche donna in stile Giovanna d’Arco, si sfidano ancora oggi seguendo l’antico Ordo Pro Balistarii, il regolamento che prevede che ogni saettatore spari la sua veretta, firmata con il suo nome, ad un bersaglio detto rotella o segno posto a una distanza di 36 metri e la sua mira da cecchino medievale faccia arrivare la freccia il più vicino possibile al centro, ovvero alla brocca. Sembrerà ovvio, ma da qui deriva il modo di dire, forse un po’ toscano, “averla imbroccata”…
La santità del vescovo Paolino si rivelò però a molti anni dalla sua morte, addirittura alla metà del 1600, quando proprio durante le celebrazioni per il patrono, uno degli eventi previsti e più partecipati era la Gazzarra delle Artiglierie. I cittadini si radunavano sulle mura, sul baluardo San Donato e i cannoni caricati a salve, sparavano per far fumo e rumore. Purtroppo qualche bombardiere commise un errore e il cannone era realmente carico e al suo scoppio avrebbe potuto colpire tutto il pubblico, ma ecco che San Paolino arriva dall’alto del cielo ed evita la strage. La tela del pittore lucchese Gian Domenico Lombardi, conservata presso la Chiesa di San Paolino è una chiara e interessante rappresentazione del miracolo.
Chiaro che gli Anziani della Repubblica giustificarono l’accaduto come un evento prodigioso sia per far credere ai cittadini che il Santo Patrono vegliava su Lucca in qualsiasi momento, sia per dimostrare ai nemici che la tragedia era stata sfiorata, ma evitata, proprio perché la città aveva una protezione divina che la rendeva più forte.
C’è ovviamente la spiegazione tecnica-scientifica di una palla con una carica di polvere degradata, questo però toglie il fascino della storia e del tempo in cui ci si affidava più alla speranza e alla fede.
Infatti, nel 1631, le reliquie di San Paolino furono fatte sfilare sulle mura e i 160 cannoni si fecero sentire con una gazzarra che udirono persino i Pisani che si unirono ai Lucchesi, per una volta nella preghiera che celebrò la fine della peste.
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