La vie della seta passa da Lucca
Un visitatore attento e curioso gira per Lucca e forse si chiede che cosa ci sarà dietro le porte dei palazzi, quali segreti o ricchezze custodivano i lucchesi dietro alle grandi inferriate alle finestre.
Le risposte sono tante... Gli suggeriamo un filo da seguire, un filo di seta. La storia di Lucca è quella di una laboriosa città di mercanti che per secoli ha diffuso i propri tessuti pregiati in tutti i principali mercati europei. Una città che ha ben presto abbandonato la rischiosa via dell'ambizione espansionistica, privilegiando quella della difesa dei propri commerci e delle proprie libertà.
Già dal XII secolo
famiglie di imprenditori e consorterie esportavano le proprie sete nel Regno di Francia.
Il XVII secolo è il periodo di massima espansione finanziaria della mercatura lucchese che era presenta a Venezia, nelle Fiandre, in Germania, in Francia, in Inghilterra, nei Paesi Baltici, in Russia.
Non c'era famiglia dell'aristocrazia europea che non possedesse un tessuto lucchese, finemente decorato e adornato di animali: leoni, lupi, coccodrilli, uccelli fantastici, pappagalli, aquile araldiche. Non c'era bestia selvaggia, di bosco o di mare, che non rientrasse nel catalogo delle decorazioni dell'arte della seta lucchese.
Lucca riuscì così nel corso dei secoli, ad affermare i propri commerci ovunque, diffondendo prestigiosi e bellissimi tessuti colorati di indaco e ricamati d'oro, prodotti dalle migliaia di telai che si trovavano all'interno delle mura cittadine. Un mercato e una produzione sorprendente per un piccolo Comune, poi Repubblica, militarmente debole ma diplomaticamente ed economicamente forte.
I lucchesi, come tutti i toscani, furono grandi viaggiatori,
facilitati anche dalla fortunata posizione geografica.
La vicinanza con il mare, il porto di Genova e la presenza di una numerosa comunità lucchese nel quartiere Cannaregio a Venezia, permisero a Lucca di poter utilizzare due dei più importanti porti del mondo conosciuto.
I commerci prosperarono nei secoli, con alti e bassi e nonostante le difficoltà,
La famiglia Mansi fece fortuna un po' più tardi, rispetto ad altre, ma grazie ai commerci con le Fiandre i Mansi posero le basi alla propria fortuna economica. Per affermare la nuova e florida situazione finanziaria, nonché l'ascesa ai piani più alti e privilegiati della società lucchese, Ottavio Mansi acquistò alcune abitazioni con il fine di realizzare un grande palazzo in città. Un regalo di nozze per il figlio Carlo che a breve avrebbe sposato Eleonora, discendente della prestigiosa casata dei Pepoli.
Il Museo Nazionale di Palazzo Mansi
è il prototipo della dimora aristocratica del '700. Un viaggio all'interno delle stanze del palazzo di una delle principali famiglie di mercanti di Lucca, la famiglia Mansi è un percorso suggestivo in quella quotidianità che, grazie all'arredamento, agli affreschi, ai quadri, agli arazzi e all'architettura, disegna la vita lucchese dell'epoca
Un palazzo moderno, come nelle grandi capitali europee che finì per diventare il prototipo della nuova architettura dei nobili e mercanti lucchesi. Una costruzione formidabile di spazi barocchi, impercettibili dall'esterno, ma che si svelano in tutta la loro grandiosità, una volta varcata la soglia d'ingresso: il Salone della Musica, le Stanze dei 4 elementi, la Camera degli Sposi. La meraviglia che si svela ai pochi a cui era permesso l'accesso.
Il Palazzo Mansi sarà aperto gratuitamente nel 2019 grazie all'iniziativa #iovadoalmuseo nei giorni 20 e 27 aprile, 7, 14, 21, 28 settembre e 4 ottobre
(foto R.Giomi)
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