Lucca da paura!
Tutte le città nascondono misteri e Lucca non è da meno!
In attesa della notte di Halloween, andiamo insieme a scoprire alcuni luoghi da brivido insieme ad Antonella Marcucci, guida turistica di Lucca
1) I graffi del Diavolo
sulle facciate di molte chiese si trovano degli strani segni più o meno profondi... si dice che sia stato il Diavolo a farli!
Irritato per non esser riuscito a corrompere qualche anima buona o perché non gli era consentito di entrare nei luoghi sacri, si sarebbe scagliato sulle facciate, graffiandone i blocchi di marmo con le sue immonde unghie. Guardate con attenzione le facciate delle chiese di San Frediano e di San Pietro Somaldi e vedrete molti graffi! Chiedetevi poi se sia stato davvero il Diavolo a farli...
2) La voragine senza fine
un affresco realizzato verso la metà del 1600 da Giacinto Gemignani, pittore di origine pistoiese, ci racconta di un uomo che aveva giocato a carte tutto ciò che possedeva, invocando la Madonna a mo' di portafortuna.
Accecato dall'ira per aver perso tutto, pensò bene di scagliare violentemente un sasso verso un affresco che rappresentava la Madonna col bambino. L'immagine della Vergine spostò il bimbo da un braccio all'altro per proteggerlo dal sasso, prima di essere colpita ad una spalla da cui, a dire dei testimoni presenti, sgorgò sangue. Per punizione, la Madonna sollevò lo sventurato giocatore a mezz'aria dandogli tempo per pentirsi, ma poiché il pentimento non arrivò, fece scivolare l'ostinato peccatore in una voragine che si aprì proprio ai suoi piedi e lo inviò direttamente all'inferno! La botola fu poi sigillata per evitare accidentali cadute..
3) La pietra del Diavolo:
viene così chiamato lo stipite di una delle finestre al piano terra di Palazzo Bernardini.
A quanto pare la famiglia Bernardini, all'inizio del 1500, all'atto di iniziare i lavori per il Palazzo che ne avrebbe raccontato ricchezza e potere, si affidò ad un architetto ispirato dal Diavolo, o forse Diavolo lui stesso, che consigliò di abbattere l'ingombrante antistante chiesetta di Santa Maria in Via (alcuni resti sono venuti alla luce nel corso di scavi effettuati nel 2018) o una immagine sacra lì presente.. ma quello stipite non volle esser parte del diabolico progetto e si incurvò a perenne testimonianza dello scempio commesso! Ancora oggi è ben visibile a lato del portone principale del Palazzo.
4) la casa del boia:
a Lucca la pena di morte non era stata comminata spesso nel corso dei secoli, tanto che in caso di necessità, si pagava il boia di Pisa per svolgere la mansione.
Dal 1800 in poi, però, il Codice Napoleonico aveva inasprito le pene e il numero delle esecuzioni aumentò tanto che la città comprò una ghigliottina sperando nella candidatura a boia di qualche lucchese per evitare di pagare i Pisani che, dato il momento, avevano aumentato la tariffa. Nessun lucchese però si rese disponibile e fu così ingaggiato stabilmente Tommaso Jona, già aiuto boia a Roma, che aveva 52 anni quando nel 1825 accettò l'incarico.
Ovviamente il boia doveva alloggiare da qualche parte, ma nessuno si mostrò entusiasta nell'avere un vicino di casa dal lavoro così particolare e quindi gli venne assegnata una casa che in realtà era parte integrante delle Mura cittadine (un torrione), a buona distanza dalle abitazioni dei cittadini. Lucca non ammortizzò mai il costo della ghigliottina poiché fu usata poche volte e lo stesso Jona invecchiò serenamente fino all'ultima condanna a morte del 1845 per 5 criminali a cui non poté nemmeno prestare opera, in quanto ormai settantenne e pieno di acciacchi: fu sostituito da un boia chiamato da Parma che si fece aiutare dai tre figli.
Due anni dopo, la pena di morte fu abolita in Toscana, primo stato d'Europa a farlo, grazie al Granduca Leopoldo e Lucca, ormai passata sotto Firenze si liberò della ghigliottina, gettandola nel mare di Viareggio.
5) Un giudice senza cuore:
spesso le chiese diventano nei secoli luoghi in cui si conserva la storia di una città attraverso monumenti, altari, statue, lapidi, dipinti, tombe, reliquie...
La chiesa di San Francesco può essere considerata a piena ragione il Pantheon lucchese grazie alla presenza di memorie legate a Castruccio Castracani, a Luigi Boccherini, ed altri.
Durante l'esplorazione della chiesa, troviamo anche i resti di un monumento sepolcrale dedicato a Nino o Ugolino Visconti. Figlio di Giovanni Visconti, Giudice di Gallura e di Giovanna, figlia del Conte Ugolino della Gherardesca, fu personaggio di spicco da parte Guelfa nel panorama politico del tempo, oltre a succedere al padre come Giudice di Gallura. Morì giovane, a 31 anni, e dispose, in segno della tenace fedeltà alla sua parte politica, che il suo cuore fosse portato nella Guelfa Lucca e tumulato presso la chiesa dei Francescani, come ricorda una lapide. Ma nel 1746, nel rifacimento della cappellina, il sepolcro fu manomesso e fu sottratta la cassetta contenente il cuore del Giudice.. di lui ormai ci restano solo i versi del suo amico Dante che ne parla nel canto VIII del Purgatorio (versi 46-60).
Antonella Marcucci – Lucca Info & Guide