Itinerari oltre le Mura
Uscire dalle Mura di Lucca significa aprirsi a un mondo di paesaggi diversi e sorprendenti, dove la bellezza della città si riflette nei colli verdi, nei borghi intatti, nelle pievi millenarie, nei parchi naturali e nelle ville storiche immerse in giardini monumentali.

Il territorio che circonda Lucca è un mosaico di atmosfere: dalla dolce campagna della Piana alle colline coltivate a vigneti e oliveti, dalle vette selvagge della Garfagnana fino alle spiagge vivaci della Versilia. Ogni direzione offre un itinerario, ogni percorso è un invito a rallentare il passo e riscoprire la connessione tra uomo, storia e natura.
Che si tratti di una passeggiata tra le ville lucchesi e i loro parchi storici, un’escursione lungo uno dei cammini spirituali che attraversano la Toscana, o una giornata alla scoperta dei sapori e dei paesaggi dell’entroterra, gli itinerari fuori le Mura sono il naturale prolungamento della città: un invito a esplorare, a conoscere, a respirare.
Scegli il tuo itinerario
Ogni itinerario è un’esperienza che inizia appena fuori Porta e che accompagna il visitatore nel cuore di una lucchesia meno nota, ma altrettanto affascinante.
Preferisci un itinerario in base alla stagione?
Giugno, papaveri e lucciole. Quando arrivano ad illuminare le notti, è sicuro che è arrivata l’estate, si può stare fuori la sera, con gli amici e la famiglia e sono uno degli spettacoli naturali più belli del periodo estivo.
Le vediamo volteggiare nel cielo di notte nei campi o nei boschi, ma anche vicino alla città, se le condizioni lo consentono è possibile vedere quelle piccole luci giallo-verdi che si accendono e spengono di continuo, con intermittenza nella danza di corteggimento.
Vi invitiamo ad una passeggiata dopo il tramonto, alla ricerca dell’estate.
Gli spalti delle Mura
Secondo una nota leggenda fu la luna a regalare alle piccole lucciole un po’ della sua luminosità perché potessero danzare nel bosco anche nelle notti più scure e poco illuminate.
Nel prato che circonda le Mura di Lucca, in particolare nelle zone dove si sono conservati gli spalti (lunette o mezzelune) e lungo il fosso che nella bella stagione viene sfalciato in modo da conservare la flora naturale si radunano i piccoli animali, lucciole, libellule, ma anche aironi e garzette.
L’appuntamento con le piccole creature luminose è dalle 22 a mezzanotte.
Un bello spettacolo che ha come sfondo il magnifico monumento illuminato a raso sempre per non dare fastidio alle piccole ospiti. L’accesso dalle sortirte dele Mura in corrispondenza dell’abisde della basilica di san Frediano e del baluardo di san Salvatore è una porta su un mondo davvero… fantastico!
Acquedotto monumentale
Un’altra storia racconta di due sorelle, sarte, che, finite le candele, furono aiutate dalle lucciole per completare l’abito della figlia del mugnaio. Un lampo di luce e meraviglia per chi lo vide indosso alla sposa!
L’acquedotto del Nottolini è magnifico di giorno, ma di notte è ancora più suggestivo per una passeggiata dopo il tramonto lungo gli archi della magnifica opera idraulica, tra i rumori notturni e la delicata luce di migliaia di lucciole. La camminata nel crepuscolo lungo l’acquedotto costeggia brevemente un piccolo canale di bonifica, attraversa il bosco di Verciano e procede in mezzo a campi coltivati dove danzano sciami brillanti di lucciole.
Riva degli Albogatti
“Lucciola lucciola vien da me, ti darò il pan de Re, pan del re e della regina, lucciol lucciola vien vicina”. E’ la filastrocca che abbiamo cantato da bambini per attrarre le lucciole e farci portare un dono.
Nelle sere d’estate è facile incontrare i piccoli insetti luminescenti in luoghi umidi e caldi, come le ripe erbose intorno al fiume. Alla fattoria degli Albogatti non è raro incontrarne in queste notti d’inizio estate, brillarre sui pendii degli argini, nei boschetti e nelle pioppete.
I richiami degli animali notturni che da qualche anno sono tornati a ripopolare le sponde del fiume sono la colonna sonora di questa insolita e romantica passeggiata.
Alcuni anziani ricordano: oggi è la primavera del mare, il 21 febbraio il clima è mite, le acque cominciano a riscaldarsi e, in fondo al mare, con un mese di anticipo, è già primavera.
Nella tradizione della Toscana costiera la primavera arriva con un mese di anticipo rispetto all’equinozio di primavera del 21 marzo, la primavera di terra.
I pescatori locali e la gente di mare hanno sempre notato che tutte le forme di vita marina sono già in fermento un mese prima di quelle dell’ambiente terrestre.
Noi che stiamo terra, mentre in Versilia il Carnevale impazza e i grandi carri allegorici escono dagli hangar della cittadella del Carnevale per scendere lungo i viali a mare, non perdiamo l’occasione di ammirare questa primavera del mare, in questi giorni di sole con i bocciolini che annunciano le prime fioriture e il profumo della salsedine che invita alla primavera.
In Darsena, lontani dalla musica e dagli scherzi del Carnevale, fioriscono i primi timidi fiori e l’aria si riempie di profumi.
E’ il momento ideale per approfittare delle prime giornate di sole per una passeggiata ai bordi del parco di Migliarino san Rossore Massaciuccoli, fino alla bocca di Serchio, dove il fiume si tuffa in mare.
Sulla spiaggia si possono ammirare le sculture naturali, le forme contorte di tronchi portati e levigati dal mare.
Sulle dune preziose del lungomare si preparano alla fioritura i gigli di mare e l’elicriso,il ginepro e il cisto bianco, la piccola rosa delle sabbie.
Nella pineta alle spalle delle dune, con un po’ di fortuna si possono incontrare eleganti daini, tassi e cinghiali.
Per chi vuole approfittare del periodo delle migrazioni, è d’obbligo una visita all’oasi LIPU di Massaciuccoli. Oltre al piccolo museo naturale (ci sono bambini? bene, qui l’invito a toccare tutto!) si può fare una bella passeggiata sui camminamenti a pelo d’acqua tra i canneti e raggiungere il chiaro dove si assembrano aironi e garzette, dove fioriscono l’ibisco palustre e l’orchidea acquatica
E buona primavera a tutti!
Apuane o Appennino? I rassicuranti prati pascoli di quota dell’Apennino Tosco Emiliano o i luoghi e i paesaggi “magici” delle Alpi Apuane, montagna con vista sul mare? I primi giorni di gennaio sono perfetti per una corroborante escursione in montagna, ben coperti per assaporare l’aria fredda dell’inverno con la certezza che al termine si troverà… una buona tavola a cui ristorarsi con prodotti locali e artigianali.
A pochi km dalla città murata, inoltrandosi nella valle del Serchio, si raggiungono le cime che si osservano in lontananza dalla passeggiata delle Mura Urbane di Lucca che costituiscono l’inconfondibile profilo della montagna lucchese e nel paesaggio montano particolarmente suggestivo nella stagione invernale, sperando magari in qualche bella nevicata.
Alpi Apuane o Appennino a scelta, per le passeggiate di gennaio in due proposte delle guide ambientali locali.
Un grande classico sull’Appennino Tosco Emiliano
è la passeggiata sulle ciaspole a San Pellegrino in Alpe, il 12 e 13 gennaio. Si parte dal paese per raggiungere il rifugio Burigone, un baluardo dell’accoglienza in quota: ottimo vino e cibo della tradizione sono il meritato ristoro di chi ha affrontato la passeggiata, magari sotto la neve e per chi vuole partecipare alla fiaccolata in notturna lungo il sentiero che porta all’alpeggio.
San Pellegrino in Alpe è un piccolo paese a cavallo dell’Appennino, diviso tra due Comuni, due provincie, due regioni. Pochi abitanti che mai rinuncerebbero agli splendidi panorami montani e che ogni estate accolgono visitatori e pastori con i loro greggi ai pascoli estivi. Un paese piccolo ma denso di storia. E’ qui che per anni ha vissuto il San Pellegrino all’interno del tronco di un grande faggio, si dice, in compagnia di San Bianco con il quale condivide ancora la sepoltura, anche quella a cavallo dei confini all’interno del Santuario.
(per tutte le info wildtrails: info@guidewildtrails.com o Stefano 320 2672533)
Sul versante marino delle Alpi Apuane
invece, si festeggia il nuovo anno con gli Uomini della Neve e l‘Epifania del pennato, aspettando l’alba del Sole che appare tra il monte Nona e monte Procinto al sito dei “Pennati di Trogna”, dove sono incisi sulla roccia i simboli antichi del pennato.
Il pennato, insieme alla ronca è un utensile già attributo del Dio Etrusco-Romano, “Silvano”, il signore della selva, invocato nei luoghi selvatici perchè assista nella lavorazione della terra e degli alberi. La più antica rappresentazione di questa divinità, ritrovata nell’area archeologica di Scansano (Grosseto) e databile al IV-III secolo a.C, testimonia della vicinanza culturale della popolazioni liguri ed etrusche.
Una figurina maschile in piedi che tiene nella mano destra un pennato così come un pennato imbracciano i pesonaggi raffigurati nelle famose statue stele liguri che si possono ammirare in diversi siti e musei archeologici della montagna apuana.
Queste incisioni non hanno altri riscontri nel panorama Europeo delle incisioni rupestri. Vi si riconoscono numerosi pennati, alcuni isolati, altri incrociati tra di loro, e poi croci, buchi, altri segni misteriosi. Alcuni si vedono molto bene, altri un po’ meno, ma bagnando la roccia diventeranno più visibili.
Il sito si raggiunge con un facile percorso a piedi che, dalla chiesa di Cardoso di Stazzema, in 35 minuti conduce al dosso roccioso di Trogna con i suoi 43 pennati dove alle 10:00 apparirà il Sole che lo illuminerà di nuova luce.
Le guide suggeriscono di portare lenti oscurate per osservare il Sole e, per chi ne ha uno, anche il proprio pennato perchè durante la giornata si potrà approfittare della presenza dell’artigiano arrotino dell’Agricola Fatti col Pennato per affilarli con la mola a pedale.
Al termine dello “spettacolo”, una breve passeggiata di circa 15 minuti, conduce al piccolo Santuario di S. Leonardo di Noblac, il santo Merovingio invocato dall’Alto Medioevo come protettore e liberatore di coloro che sono carcerati ingiustamente dove ci sarà la …super colazione Ligure-Apuana preparata dalla Trattoria Peposo di Pietrasanta, con piatti caldi di incavolata con cavolo frascone al paiolo su legna di castagno, peposo in coccio cotto a legna di frassino e ciacci di fiore (focaccette) cotte nei testi di ghisa con salumi del cardoso e formaggi. (Per informazioni Apuantrek Stefano 3381399107. Francesco 3281590730)