Virtus e Spes Livorno, Pisa, Prato, Itala e Libertas Firenze, Viareggio: le partite in cui sono impegnati i rossoneri non possono che richiamare il campanile, che da queste parti va avanti da secoli e che continua a trovare cittadinanza anche ai giorni nostri.
La squadra disputa i campionati Promozione, ma di frequente le gare saltano, perché gli ospiti non riescono, visti i trasporti con mezzi di fortuna, a arrivare dalle città vicine. Siamo davvero agli albori del calcio: niente affari, solo passione. Il primo campionato a regalare qualche soddisfazione è quello del 1914-1915, quando i rossoneri si piazzano secondi dietro al Pisa nel campionato di Prima Categoria. Poi il calcio va drammaticamente in soffitta: il rombo dei cannoni della Grande Guerra interromperà tutti i tornei, molti dei giocatori saranno chiamati alle armi per concludere vittoriosamente l'impresa risorgimentale e restituire all'Italia le sue terre settentrionali e orientali.
Il Lucca FBC non fa eccezione e l'attività viene sospesa.
A guerra vinta, il pallone riprende a rotolare, prima di tutto grazie a Enrico Bonino che, tornato dalle trincee si danna l'anima, nonostante le ferite riportate che ne causeranno poco dopo la morte, per far ripartire il calcio.
I locali della Fanciulla del West di via Mordini ospita la rifondazione, ma c'è un importante cambio nel nome: da ora in avanti i rossoneri si chiameranno Unione Sportiva Lucchese.
Si riparte dal torneo di Promozione e nel 1920 la formazione sarà protagonista di vero e proprio tumulto popolare nel derby di Viareggio durante il quale morirà ucciso un guardalinee. Si scatena un inferno in tutta la città di mare e serviranno alcuni giorni e duemila militari inviati d'urgenza per sedare la rivolta.
Finito il campionato, la Lucchese gioca e vince la Coppa organizzata dal Comitato Regionale Toscano. E' il primo trofeo della sua ancora giovane storia.