Cresce l'entusiasmo per il calcio in tutta Italia e anche Lucca fa la sua parte nell'alimentare quello che ormai è lo sport più popolare: al Campaccio, questo il nome dell'impianto situato al Campo di Marte, si radunano sino a 2500 persone per assistere a una sequenza infinita di accesi derby, molto spesso movimentati da incidenti.
Risalgono al 1921 le prime convocazioni in azzurro di giocatori della Lucchese, convocazioni che arrivano anche grazie ai risultati positivi della squadra: l'onore sarà riservato a Johnny Moscardini e Bonino. Saranno i primi convocati di formazioni del Centro Italia ad avere l'onore di vestire la maglia della Nazionale. In quella stagione la Lucchese arriva anche in semifinale di Coppa Italia.
E' in questo decennio che inizia a comparire negli stemmi e per qualche stagione anche sulla maglia il simbolo conosciuto da tutti, quello della Pantera, che è l'emblema della lunga storia di autonomia nazionale prima della Repubblica di Lucca, poi del Principato e del Ducato, una storia che ha garantito alla città l'indipendenza da tutti sino al 1847, sino ad una manciata di anni dall'Unità d'Italia.
E proprio sul finire del decennio, sportivamente parlando vissuto tra alti e bassi una costante della storia rossonera, arriva la prima promozione in Serie B: la Lucchese supera in uno spareggio la Rivarolese, disputato sul campo neutro di La Spezia, e vola finalmente nella categoria superiore.
Tra i giocatori simbolo di quel periodo, impossibile non citare il lucchese doc Lorenzo Lazzaroni che arriverà a 168 presenze in maglia rossonera.
Il clima e l'entusiasmo non mancano per provare finalmente a pensare in grande. Ma per attendere un ciclo d'oro serviranno gli anni Trenta, quando uomini di grande spessore e una programmazione finalmente adeguata consentiranno di sognare.