La serie C, per tutti gli sportivi rossoneri che ancora ricordano i tempi della Serie A, non può che essere una tappa intermedia, un trampolino di lancio.
Con una sola promozione per girone, ogni anno il copione è il solito: l'illusione estiva cozza con la realtà che vede i rossoneri sempre nelle prime posizioni, ma non in grado di spiccare il volo.
La Serie B è ormai il chiodo fisso. Nell'estate del campionato 1976-1977, a Lucca arriva un infaticabile e indimenticabile personaggio del calcio italiano: Romeo Anconetani che va a affiancare il presidente Vannucchi. Sceglie come tecnico Meregalli e poi costruisce, insieme al figlio, una squadra di uomini.
Il primo anno arriva un quarto posto.
L'entusiasmo cresce, i clubs dei tifosi rossoneri spuntano come funghi in tutta la provincia e oltre.
Gli orologi sono impostati sul campionato 1977-78. L'avversaria da battere è la Spal che a Lucca viene però seccamente battuta.
I rossoneri tengono la scia della capolista e portano in giro migliaia di tifosi ogni domenica; il Porta Elisa ribolle di entusiasmo. Pierotti, Cisco, Nobile, Gaiardi, Morgia, Platto, Savian, Gaiardi, Ciardelli, Vescovi, D'Urso: ecco la formazione che fa sognare.
La gara delle gare è fissata per il 12 marzo '78, a Ferrara.
Gli estensi hanno un leggero vantaggio in classifica, la Lucchese vola sull'entusiasmo della sua gente: in 6.000, con tre treni speciali, raggiungono la città emiliana per vivere un sogno impersonificato da un ragazzino che, prima della partita, scavalca la rete e pianta una bandiera rossonera in campo.
I rossoneri vanno in doppio vantaggio, dominano, nella ripresa gli emiliani, complice un arbitraggio decisamente casalingo, accorciano con un rigore inesistente e poi trovano il pari. Il campionato sarebbe ancora lungo, ma i rossoneri accusano il colpo e mollano.
E' una delusione cocente a cui segue anche l'addio di Anconetani. L'anno successivo c'è persino la retrocessione in Serie C2 (una categoria appena creata).