Alla retrocessione in C2 fanno seguito una serie di campionati di media classifica associati a continue crisi societarie che portano il club in gravissime difficoltà economiche.
Tutto cambia con il 1984, quando alla Lucchese si avvicinano Egiziano Maestrelli e Aldo Grassi, due imprenditori della grande distribuzione che scommettono sulla città.
Prima una sponsorizzazione, poi l'acquisizione del club permettono di tornare a sognare.
Nella stagione 1985-1986, la Lucchese, con Renzo Melani in panchina, centra la promozione a Civitavecchia grazie a una punizione di Salvi.
I tifosi arrivati sino nel Lazio in treno trovano al ritorno uno spettacolo indescrivibile con migliaia di lucchesi fuori dalla stazione per festeggiare insieme.
Ma siamo solo all'inizio: Maestrelli chiama come diesse Pino Vitale che, pezzo dopo pezzo, anno dopo anno, assemblea la squadra dei sogni.
Sulla panchina, nel frattempo, è arrivato Corrado Orrico che dopo un campionato di rodaggio mette la quinta.
La sua squadra dà spettacolo su tutti i campi con il suo gioco moderno a viso aperto e si assicura la promozione in Serie B dopo 27 anni: è la stagione 1989-1990. Pinna, Fiondella, Vignini, Montanari, Pascucci, Monaco, Russo, Giusti, Donatelli, Di Stefano, Simonetta, Paci sono destinati a rimanere per sempre nella memoria collettiva.
Così come la festa promozione in un Porta Elisa stipato all'inverosimile contro il Casale: la corsa verso la Curva Ovest del duo Maestrelli e Orrico è l'immagine di quello che il calcio può regalare a livello emotivo.
I rossoneri guadagnano anche la finale di Coppa Italia di C e vincono il trofeo ai rigori nel catino bollente di Palermo davanti a 30 mila tifosi rosanero: la gara viene decisa ai rigori. La città impazzisce, i festeggiamenti vanno avanti sino al giorno dopo quando in moltissimi si presentano all'aeroporto di Pisa per scortare i giocatori sino al Porta Elisa. Li attendono migliaia di persone.