La tifoseria rossonera ha vissuto e sta continuando a vivere momenti di alti e soprattutto di bassi. Da troppi anni, Lucca è alla ricerca di una stabilità societaria che possa consentire, al pari di quello successo in tante altre piazze, talvolta anche meno prestigiose, di poter tornare a sognare.
L'eco della lunga permanenza in Serie B degli anni '90 del secolo scorso si è ormai sopita.
Da allora, tanti fallimenti, tante delusioni sportive condite solo da qualche luce improvvisa nel buio. Nonostante tutto, i tifosi non hanno mai fatto mancare il loro sostegno e in occasione delle partite di maggior richiamo hanno garantito oltre che buone presenze al Porta Elisa e nelle gare in trasferta spesso tante volte con migliaia di supporter al seguito della Pantera, alcune coreografie mozzafiato che sono rimaste nella storia del club.
Cuore pulsante del tifo, naturalmente, la Curva Ovest in grado di trascinare il resto dello stadio. E' un tifo, quello lucchese, diverso dalle realtà circostanti, probabilmente meno chiassoso, meno appariscente, a tratti più freddo, ma comunque profondo, in grado di attaccarsi in modo viscerale a chi dimostra amore per i colori rossoneri.
Anche nel calcio Lucca è diversa, molto diversa, da chi ha vicino, come ebbe modo di ricordare alcuni anni fa l'ex tecnico rossonero Corrado Orrico: “Lucca così come è, i lucchesi così come sono, non c'entrano niente con la Toscana. Ho sempre considerato Lucca e i lucchesi some un'isola britannica. Questa maniera così diplomatica che hanno i lucchesi e che qualche volta che sfiora l'ipocrisia; diplomatica, educata morbida, non sono i pratesi i livornesi o i massesi. E' un altro stile di comportamento che non c'entra nulla con il toscano. D'altronde la vostra storia è una storia diversa dalla Toscana e poi Lucca città che è un meteorite venuto giù da un'altra galassia e portata in Toscana: non c'è uguali”.