E' uno dei percorsi più semplici e amati da lucchesi e ospiti.
A piedi, in bicicletta, con il cane è il sentiero più veloce per allontanarsi dal centro storico e scoprire paesaggi rilassanti. Dal centro storico di Lucca alle sorgenti, il percorso dell'acquedotto ottocentesco si immerge nella campagna a pochi passi da Lucca.
Partiamo dal baluardo San Colombano delle Mura di Lucca e "risaliamo la corrente". Ai piedi dello sprone, un bassa costruzione sembra "entrare" dentro il baluardo. E' l'acquedotto ottocentesco che porta acqua a tutte le fontane di Lucca. In piazza Antelminelli la vasca bassa circondata da pilastri, in piazza del Salvatore la bella fontana della Naiade e, lungo la via dei fossi, le due fontane disegnate dallo stesso Lorenzo Nottolini.
Utilizzando il sottopassaggio pedonale della stazione ferroviaria, uscendo, sulla sinistra, troviamo il tempietto di valle, una piccola costruzione a forma di tempietto rotondo che è la cisterna di raccolta e punto di arrivo dell'acquedotto del Nottolini, un monumento nella campagna, si susseguono per circa tre chilometri fino a raggiungere le pendici del Monte Pisano.
Come è successo anche per altre opere pubbliche di Lucca, le due regnanti che governano Lucca nell'ottocento condividono la realizzazione. I lavori ipotizzati iniziarono concretamente nel 1822 sotto il ducato di Maria Luisa di Borbone che deliberò la costruzione dell'acquedotto attribuendo l'incarico a Lorenzo Nottolini. L'opera iniziò nel 1823 e venne interrotta più volte, e conclusa nel 1851.
La passeggiata che risale l'acquedotto fino al Monte Pisano è accompagnata in questo tratto da 459 archi in pietra e laterizio alti 12 metri.
Il sentiero si immerge subito nella campagna lucchese fino al punto in cui incontra l'autostrada ed è necessario superare il cavalcavia sopra l'autostrada e poco dopo raggiunge il Bosco di Verciano, un'area verde che rappresenta uno dei pochi boschi naturali rimasti nella pianura di Lucca. E' un bosco composto da ontani, olmi e salici costeggiato dal canale Ozzeri l'antico percorso del fiume Serchio dove fioriscono iris di palude e ninfee.
Il Monte Pisano ci fa da traguardo e in questo tratto, molto spesso si attraversano campi coltivati e corti rurali ancora attrezzate per lavori stagionali di raccolta del mais, del grano ed è frequente incontrare persone che in bicicletta o in automobile, raggiungono le fontane con bottiglie e damigiane per approvvigionarsi dell'ottima acqua proveniente dal Monte. L’acqua di queste sorgenti, una delle migliori acque oligominerali della zona, preferite da molti lucchesi a quella di tante bottiglie.
Si raggiunge infine il tempietto di Monte, una struttura simile a quella da cui siamo partiti e qui l'acquedotto raggiunge le pendici del Monte e scompare sottoterra fino a raggiugere la zona delle sorgenti. Resta del percorso il segno della muratura e delle celle di ispezione che prosegue costeggiando il Monte sulla sinistra. Seguendole si arriva al punto in cui l'acquedotto entra nel bosco, ma non prima di aver elargito dalla bocca di una grande fontana, acqua fresca per diligenti raccoglitori. Siamo a San Quirico di Guamo, un borgo di campagna i cui principali monumenti sono appunto la fontana e il piccolo Oratorio di San Quirico, meta di itinerari di arte e di cultura medievale.
Da qui, seguendo le tracce dell'acquedotto, si cammina nel bosco fino a raggiungere un piccolo ponte in pietra. Un’iscrizione ricorda la data di conclusione dei lavori, 1836, ed il promotore, Carlo Ludovico di Borbone. Tutti a Lucca, conoscono questa località come “le parole d’oro”.
Da questo punto in poi l'acquedotto è un'architettura naturalistica ammirevole. Le sorgenti sono segnalate da piccoli edifici di ispezione disegnati sulle esigenze delle singole sorgenti. Alcuni si ergono come piccoli casotti, altri sono facciate che si aprono sul monte. Alcuni sono in pieno sole, altri nascosti dal bosco. Nel mezzo, serpeggia, è il caso di dirlo, il Rio san Quirico con un disegno affascinante di curve che seguono i movimenti della collina e si adattano perfettamente alla piccola valletta.