Itinerario pucciniano
Un itinerario dalla costa alla montagna attraversando una città d’arte, sulle orme di Giacomo Puccini
Nella Lucchesia le sue case, i suoi strumenti musicali, gli oggetti, le atmosfere, i sapori e i colori che gli erano cari e che ispirarono la sua creatività e la sua fantasia si ritrovano in molti angoli del territorio. Dai paesi immersi nei boschi della Valle del Serchio, al centro storico di Lucca, alle generose colline della Lucchesia, alle luminose coste della Versilia.
Molte istituzioni pubbliche e private conservano la memoria del Maestro, per altrettante tappe di un itinerario che collega i diversi luoghi pucciniani.
Nel piccolo borgo montano di Celle di Pescaglia (oggi Celle dei Puccini), al civico 51 di via dei Meletoli, si apre il portone dell’elegante edificio cinquecentesco. La casa degli avi è una bella casa in pietra, tra boschi di castagno e freschi torrenti dove il giovane Giacomo si recava con i genitori e le sorelle per i soggiorni estivi e alla quale rimase sempre legato.Grazie alla generosità delle figlie di Ramelde, sorella prediletta di Giacomo, che donarono molti e preziosi cimeli, l’antica dimora è oggi un ricco museo: foto, lettere, ritratti, spartiti musicali, libretti d´opera, locandine, il fonografo donato da Edison, e il pianoforte, appunto, su cui fu composta parte della “Madame Butterfly”.
Prima ancora di terminare gli studi, Giacomo Puccini frequentava la vicina Bagni di Lucca per suonare il pianoforte in un’orchestrina da ballo al Teatro Accademico, al Casinò e alla sala Ducci di Ponte a Serraglio. Dopo più di un decennio, Puccini tornò più volte in estate a Bagni di Lucca da villeggiante, come ogni lucchese benestante della sua generazione, presso il Grand Hotel delle Terme dove compose il secondo atto de La fanciulla del West.

A Lucca, sono molti i luoghi legati alla vita del Maestro.
Dentro le mura cinquecentesche, la prima tappa è sicuramente la casa natale di Corte san Lorenzo, poco lontano da piazza san Michele. Qui sono custoditi il pianoforte su cui fu composta la “Manon Lescaut” e il fastoso costume indossato da Maria Jeritza, a ricordo per la prima dell’Opera al Metropolitan Opera House di New York (1926). Ambienti piccoli e raccolti dove c’è sempre posto per accogliere ospiti importanti, famiglie e bambini con molte attività culturali alla scoperta di un fantastico mondo di musica e arte.
Poi si può procedere con la basilica di Santi Giovanni e Reparta dove fu battezzato; la cattedrale di san Martino dove i Puccini furono organisti per generazioni; l‘Istituo musicale Boccherini cui lasciò molti dei suoi documenti. E ancora le chiese, come quella di San Paolino dove esordì , il 12 luglio 1880, al termine degli studi al conservatorio “G. Pacini” con la “messa di Gloria” una composizione che più volte citerà nei suoi lavori successivi o la chiesa di san Pietro Somaldi dove, ancora studente si esibiva all’organo che, una volta famoso, fece restaurare a proprie spese.
E per ultimo ma non certo per importanza, il Teatro del Giglio dove curò personalmente la messa in scena di molte delle sue opere.

Tosca, La Fanciulla del West, La Rondine, Il Trittico e La Turandot, le voci altere o innamorate delle “sue donne” riecheggiano nella casa del Lago di Massaciuccoli, quel “caro bozzo” che gli amò per la tranquillità e le atmosfere così brillanti che ispiravano il suo lavoro. La villa di Torre del Lago racconta un uomo curioso, creativo, dalla raffinata sensibilità artistica accompagnata ad una spiccata passione per la vita che si traduceva in frequenti escursioni sul lago su piccole imbarcazioni o con il moderno motoscafo di cui andava orgoglioso, in ricche cene in compagnia degli amici al club la Boheme o alla villa Ginori Lisci, in pomeriggi passati ai caffè alla moda di Viareggio, sulla passeggiata liberty di inizi ‘900.
