Percorso olfattivo

Un percorso tra piante, profumi e visioni del paesaggio napoleonico

Ogni città ha un odore, un profumo unico che nasce dall’incontro tra natura e memoria, tra pietra e linfa. A Lucca, questa dimensione invisibile e sensoriale si è arricchita all’inizio dell’Ottocento, quando Elisa Bonaparte Baciocchi, principessa di Lucca e Piombino, avviò un profondo rinnovamento urbano e culturale. Grande appassionata di botanica, Elisa trasformò la città anche attraverso le essenze vegetali, importando piante rare e profumate da ogni parte del mondo, arricchendo giardini, cortili e salotti.

Il percorso olfattivo nasce per riscoprire questa traccia profumata della storia: una mappa verde e sensibile, fatta di magnolie, camelie, glicini, platani, gerani, crisantemi, peonie, dalie e ginkgo, che ancora oggi raccontano il gusto raffinato e l’immaginazione botanica dell’epoca napoleonica.

Giardini d’élite, profumi d’Impero

Nel ritratto conservato al Museo Nazionale di Palazzo Mansi, Elisa è raffigurata accanto a un vaso di geranio: una scelta tutt’altro che decorativa. Quel fiore, già noto ma poco diffuso, divenne con lei una presenza costante nei balconi e nei salotti della nuova Lucca imperiale. Come la sua ispiratrice Joséphine a Malmaison, Elisa trasformò la Villa Reale di Marlia in un vero vivaio di piante esotiche: magnolie, mimose, glicini e crisantemi vi fiorivano per la prima volta, diffondendosi poi nei palazzi cittadini.

Dai giardini di Palazzo Froussard, nati accanto alla nuova Porta Elisa nel 1811, ai cortili interni visibili dalle Mura urbane, ogni angolo della città cominciò a profumare di un mondo nuovo. E fu in quel contesto che nacque la passione per l’arredo floreale, con piante fino ad allora relegate agli orti botanici che ora entravano nei salotti, nelle piazze, nei rituali pubblici.

Villa Bottini e l’albero monumentale

Lungo via Elisa, si apre il parco di Villa Bottini, acquistata nel 1811 da Felice Baciocchi, consorte di Elisa. Oltre a magnolie e camelie, qui venne piantato un platano che oggi è il più imponente della Lucchesia: oltre 7 metri di circonferenza e più di 25 di altezza, vero testimone vivente del Principato.

Orto Botanico: la scienza del profumo

L’Orto Botanico di Lucca, ideato da Elisa e realizzato nel 1820 sotto Maria Luisa di Borbone, conserva ancora oggi specie introdotte nel periodo napoleonico. Le piante provengono in parte dai giardini della Villa Reale di Marlia, altre furono inviate da Giuseppe Bonaparte, allora re di Napoli, che sovrintese personalmente a una spedizione botanica da Caserta.

Ginkgo biloba, magnolie, osmunda regalis, peonie e camelie arricchirono così il patrimonio vegetale della città. Ogni pianta racconta un legame con il mondo, con le rotte coloniali, con le mode scientifiche e ornamentali dell’epoca.

Le Mura diventano paesaggio

Fu sempre Elisa a volere, per prima, la trasformazione delle Mura di Lucca in un luogo pubblico e verde. Alla fine del 1810, l’ingegnere francese Charles Sambucy progettò il cosiddetto “Passeggio delle Mura” tra i baluardi San Colombano e San Donato. I parapetti furono abbassati per godere la vista esterna e furono piantati tigli, platani, liriodendri, paulownie e magnolie, che si aggiunsero agli olmi e ai pioppi già presenti.

Per Elisa, “gli alberi erano l’ornamento che forma l’amenità della muraglia”.

Fioriture e riti della città moderna

Passeggiando oggi per Lucca, si incontrano ancora testimonianze vive di quella stagione: la magnolia bicentenaria nel chiostro dell’ex chiesa di Santa Maria Bianca (oggi scuola Pascoli), la spettacolare fioritura di corso Garibaldi, o il profumo intenso del glicine di piazza Antelminelli e di piazza San Giovanni, tra marzo e aprile.

Lucca è diventata anche attraverso queste piante una città “da guardare, da percorrere e da annusare”: un paesaggio culturale che si rinnova a ogni stagione.

Primavera in fiore: il glicine di Elisa

Tra le essenze più scenografiche introdotte a Lucca nel periodo napoleonico c’è anche il glicine, arrivato in Europa dalla Cina e reso celebre nei giardini della Malmaison, la residenza di Joséphine Bonaparte. Da lì, la pianta raggiunse anche Villa Reale di Marlia, dove trovò terreno fertile per diffondersi.

Ancora oggi, in primavera, Lucca si tinge delle sue fioriture spettacolari: i racemi viola di Palazzo Micheletti in piazza Antelminelli e la varietà bianca di piazza San Giovanni offrono uno spettacolo di colori e profumi che incanta cittadini e visitatori. Le due piante sembrano quasi contendersi lo sguardo del pubblico, mentre la fragranza intensa e dolce del glicine si diffonde nell’aria, trasformando le piazze in eleganti salotti a cielo aperto.

Una capitale in fiore

Nella trasformazione voluta da Elisa, anche Piazza Napoleone ha un ruolo centrale. Al posto di un intero isolato demolito, nacque una grande piazza aperta davanti al Palazzo Ducale: un simbolo di potere e rappresentanza. Gli olmi piantati per delimitare lo spazio furono poi sostituiti da platani, che oggi formano una cornice verde alla piazza. All’interno del palazzo, Elisa volle anche un teatro privato, dove si esibì Niccolò Paganini.

Un progetto tra storia, botanica e memoria

Questo percorso è nato da un’idea della storica Roberta Martinelli e della profumiera Giuliana Pardini, per l’Associazione Napoleone e il suo tempo. Le ricerche storiche e botaniche, curate in collaborazione con il prof. Paolo Emilio Tomei, docente di Botanica all’Università di Pisa, hanno permesso di ricostruire con precisione le essenze vegetali del periodo napoleonico: alcune introdotte per la prima volta in Italia, altre rivalutate e diffuse grazie ai Bonaparte.

Un itinerario da vivere con tutti i sensi — in particolare, con l’olfatto — per riscoprire la città di Elisa attraverso il linguaggio più sottile e persistente della memoria: il profumo.