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Parco fluviale del Serchio

 

 

 

Parco fluviale del Serchio 

"Costa più del Serchio ai lucchesi" si dice per indicare una cosa molto e interminabilmente costosa. Per capire il significato della frase bisogna conoscere un po' la storia
Itinerario naturalistico che si snoda lungo le rive del fiume Serchio prendendo avvio in località Monte S.Quirico presso il ponte omonimo e si sviluppa  lungo una  direttrice Nord  cioè verso Ponte a Moriano e Sud verso Ripafratta (Pisa). La realizzazione della riqualificazione dell’intera area, che  ha meritato alla città di Lucca il "Premio per le città sostenibili del 2000", regala spazi verdi attrezzati dove soddisfare interessi sportivi e di relax. Lungo il corso del fiume infatti è possibile godere di aree dedicate ad attività ricreative, piste ciclabili, escursioni a cavallo, rafting, canoa ed ancora campi da calcio, bocciodromo, tiro con l’arco, automodellismo. Inoltre lungo il corso del fiume Serchio è possibile incontrare specie botaniche rare ed altrove scomparse che denotano un ambiente di indubbio valore naturalistico. Questo importante corridoio ecologico tra le aree montane e la costa marittima, istituita come Zona di Protezione, riserva anche interessanti osservazioni della fauna. Il corso del fiume offre siti ideali per rifugio, alimentazione e riproduzione delle varie specie. Il percorso, infine, si sovrappone in parte, all'itinerario ciclopedonale Puccini, dedicato al famoso compositore lucchese, che si sviluppa da Celle di Pescaglia (luogo di origine della famiglia Puccini) fino a Torre del Lago (villa del Maestro sul lago di Massaciuccoli).

Le Mura di Lucca > Il Parco fluviale del Serchio

Il Parco fluviale del Serchio si estende longitudinalmente tra Ponte a Moriano e Nozzano, mentre lateralmente comprende l’alveo fino agli argini più esterni, detti maestri. L’area interessata dal Parco Urbano riguarda il tratto compreso fra Monte S.Quirico e la località “il Palazzaccio” a S.Anna.

Il Parco fluviale del Serchio raccoglie aree rappresentative di diversi ambienti ed oltre ad essere un luogo di grande valore sociale e ricreativo, ha un indubbio valore naturalistico, sia dal punto di vista floristico e vegetazionale che faunistico. Il fiume Serchio, all’interno del Parco Fluviale, è pensile e scorre tra due argini che permettono comunque al fiume di manifestare la sua dinamicità. Nel suo percorso forma zone più profonde e zone caratterizzate da maggior deposito, con formazione di raschi, barre ed isole.

Sul suolo sabbioso la vegetazione ripariale è rappresentata da una fascia più o meno stretta costituita nello strato arbustivo ed arboreo da salici, pioppi, sambuchi ed ontani neri. E’ sempre più raro il tipico pioppo nero, mentre sono più abbondanti il pioppo bianco e i pioppi alloctoni inseriti in golena come piante da arboricoltura. Sulle barre e sulle isole fluviali cresce una vegetazione tipica con specie elofitiche come tifa, giaggiolo acquatico, salcerella, mentre è più rara la cannuccia di palude.

La vegetazione di sponda forma corridoi longitudinali talvolta interrotti a causa degli eventi di piena e dei tagli effettuati a scopo di sicurezza idraulica. Purtroppo fra le specie più appariscenti e diffuse vanno citate due esotiche: la robinia, meglio nota localmente come acacia, e l’ailanto. Le aree golenali, comprese tra il primo e il secondo argine, sono state modificate nel tempo dalle attività antropiche e sono adesso caratterizzate da estese colture agricole (in particolare cereali ed ortaggi), arboricoltura da legno e da un reticolo di abitati.

Nell’area di golena, oltre ai pioppi e alla robinia, rimangono singoli esemplari o piccoli nuclei dell’originaria copertura boschiva, costituita da ontani, olmi campestri e farnie. Di quest’ultima specie merita di essere citato il piccolo nucleo conservatosi presso la vecchia chiusa sull’Ozzeri.

La fauna del Serchio è ricca e diversificata, nonostante il diverso grado di antropizzazione. Da un punto di vista ittico la zona può essere classificata “a Ciprinidi”. Sono presenti pesci reofili, amanti di acque ossigenate con fondo ciottoloso, come i barbi e le rovelle e pesci limnofili, amanti di fondali fangosi e ricchi di vegetazione, come la carpa.

La comunità ittica è caratterizzata da specie autoctone, molte delle quali di interesse conservazionistico come l’anguilla, il barbo tiberino, la rovella ed il il ghiozzo di ruscello; altre specie più comuni sono il cavedano, il cobite ed il vairone. Le specie alloctone presenti sono l’alborella, il gobione, il leucisco d’Albania, il persico sole ed il ghiozzo padano.

Lungo il Serchio in passato erano presenti habitat come fossetti, pozze, muretti a secco, case coloniche, siepi e filari di alberi che costituiscono elementi fondamentali per la conservazione di numerose specie di Anfibi e di Rettili. Purtroppo negli ultimi decenni l’ambiente ha subito mutamenti con perdita di diversità ambientale e conseguente impoverimento per quanto riguarda l’erpetofauna. Attualmente tra gli Anfibi sono sicuramente presenti il rospo comune e la rana verde, mentre andrebbero confermate le segnalazioni di raganella e di rospo smeraldino.

Tra i Rettili degli ambienti acquatici è presente la Natrice dal collare ed è sempre più frequente osservare testuggini acquatiche di origine americana. L’improvvido rilascio in natura di testuggini esotiche ha originato numerosi nuclei di individui allo stato libero, con conseguenze gravi per le popolazioni di fauna locale (Anfibi e Pesci in particolare), vista l’estrema voracità di questi animali che si nutrono di invertebrati, uova e larve di Pesci ed Anfibi. Nelle aree più asciutte di greto e nelle aree golenali si osservano lucertole muraiole e campestri, ramarri e biacchi.

Le presenze faunistiche più appariscenti sono senza dubbio quelle degli Uccelli. In uno studio sull’ornitofauna del Serchio sono state rilevate circa 150 specie, pari ad un quarto di quelle note per l’Italia. Sono presenti specie naturalizzate, la cui presenza è dovuta all’intervento dell’uomo, come le anatre germanate e le oche che frequentano in particolare la zona della terrazza Petroni. Molto più interessanti le numerose e ben più elusive specie selvatiche, come gli aironi (airone cenerino, airone bianco maggiore, airone rosso, garzetta, nitticora, airone guardabuoi), il variopinto martin pescatore, il corriere piccolo.

L’area ospita cospicui dormitori dove si riuniscono cormorani, ed aironi. Il Serchio è un importante sito di svernamento per la rondine montana e una delle poche località dell’interno della Toscana in cui sverna regolarmente il piro piro piccolo. Tra le aree di maggior interesse per la conservazione dell’avifauna sono da evidenziare: le aree boscate con presenza di alberi maturi e morti, che ospitano numerose specie, in particolare i diversi picchi; i ghiareti, ove nidifica il corriere piccolo e sosta il piro piro piccolo; le pareti sabbiose ove nidificano il gruccione ed il martin pescatore ed in passato ha nidificato il topino, piccola rondine riparia molto rara.

I Mammiferi frequentano soprattutto le aree golenali. E’ nota la presenza di Insettivori come il riccio comune e la talpa europea. Tra i Roditori si trovano sicuramente specie di scarso valore conservazionistico come il ratto delle chiaviche ed il topolino delle case, amante di zone più asciutte. Inoltre sono presenti specie di maggior interesse conservazionistico, quali il topo selvatico, lo scoiattolo e l’istrice. E’ inoltre frequente osservare la nutria, una specie alloctona estremamente invasiva. Per quanto riguarda i Carnivori è stata rilevata la presenza faina e donnola ed è facile osservare la volpe, mentre è più difficile, anche per le sue abitudine prettamente notturne, incontrare il tasso. L’unico Ungulato attualmente presente è il cinghiale.

Infine deve essere evidenziata la presenza di Chirotteri (pipistrelli). I boschi situati in prossimità dei corsi d’acqua sono ambienti prediletti da diverse specie che trovano sugli alberi luoghi idonei alla riproduzione, situati in prossimità di aree di foraggiamento ricche di insetti. I filari e le fasce arboree situate lungo i corsi d’acqua sono inoltre importanti come corridoi ecologici per i loro spostamenti.