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Via dell'acqua buona

l lucchesi lo sanno: l'acqua che arriva dal Monte Pisano
è la migliore che si trova nei dintorni, se non del mondo!

In una sorta di rito del giorno festivo, una fila di ordinati imbottigliatori attende il proprio turno, la domenica mattina, al fontanone di San Quirico di Guamo. E’ il primo getto ad uscire  dalle tubazioni dell’acquedotto e questo gli vale la fedeltà dei lucchesi.

Altri preferiscono le fonti di Sant'Andrea di Compito, altri quelle del rio di Vorno e non di rado gli appassionati si confrontano sostenendo la qualità della fonte preferita.
Le fonti sono 13, chi ama le passeggiate in campagna può seguire questo itinerario nella piana di Lucca alla ricerca di fontane e sorgenti nei tranquilli paesi ai piedi del Monte Pisano.

 

A Guamo

la già citata fontana del Chiattino (il fontanone) che è utilizzata assiduamente dai residenti. La fontana in ghisa, collocata sotto gli archi dell'acquedotto, fu realizzata a forma di parallepipedo arcuato nella parte superiore con al centro uno stemma. Il basamento è in pietra. Di fronte, nel borgo di San Quirico, attorno alla piccola pieve del V secolo, si raccolgono le case di corte settecentesche, le ampie aie lastricate, i granai con i muri “a mandorlato”, tessuti a castello di carte, a scacchiera, a taglio, per proteggere tutti i semi dalla pioggia, assicurando il passaggio dell’aria fresca.
<>Da qui un sentiero si addentra nel bosco e conduce all'area che tutti a Lucca conoscono come "le parole d'oro". Su un piccolo ponte nei pressi delle sorgenti un’iscrizione ricorda la data di conclusione dei lavori, 1836, ed il promotore, Carlo Ludovico di Borbone. E' il cuore del parco monumentale dell'Acquedotto, la struttura ottocentessca che raccoglie l'acqua dalle 54 sorgenti per convogliarla nelle fontane del centro storico di Lucca.
Qui la roccia impermeabile trattiene l’acqua in superficie e il fitto bosco mediterraneo vi cresce rigoglioso. Domina con le sue foglie scure, l’agrifoglio ed il pungitopo, il sambuco, il corbezzolo e nel generoso sottobosco numerose varietà di felci, alcune rare, il cisto, l’erica, la ginestra che oin primavera regalano generose fioriture.

 

 

A Sant'Andrea di Compito - la fonte di Capo di Vico è situata ai margini del paese, lungo la strada che risale il Monte Serra, all'altezza del ponticello di epoca medievale che attraversa il Rio Visona di Compito. L'area è attrezzata con due fontane e un vecchio lavatoio pubblico sulle rive del torrente Visona che scorre  poco più in basso. Sulla sponda opposta si trova le case del borgo di Capo di Vico. Vicino alla fonte il piccolo sentiero è costeggiato da piante di diverse varietà di camelie. Sull'altro versante del paese, nel bosco ai piedi della torre di guardia, si trova la fonte di S. Pierino o S. Pietro. Questa fontana è particolarmente rinomata per la leggerezza delle sue acque ed è utilizzata assiduamente dalla popolazione con tre bocchette dalle quali sgorga l'acqua e un grande lavatoio.

Poco lontano dalle fonti di capo di Vico si trova il Camelieto del Compitese. Il terreno umido, fresco e riparato di queste colline, è quello che ci vuole per le belle camelie, giunte dall’oriente insieme ai ricchi carichi di sete e spezie ed alle altre piante ornamentali. Se ne apprezzava, seppur breve, la bella e ricca fioritura, e la possibilità di ottenere nuove varietà per ogni giardino. Un’aiuola, un boschetto o una spalliera di camelie, sostituiscono ancora oggi le più classiche rose nelle ville del Compitese, dove se ne coltivano più di un centinaio di varietà compresa la sinensis con cui si prepara il tè verde. Particolarmente attraenti quelle secolari dei Vivai  e della Villa Borrini e della Villa Orsi, del Camelieto appunto, che ospita oggi quasi tremila varietà diverse.

 

 

A Vorno, sempre ai piedi del Monte Pisano, ma sul versante ovest. Borgo di origine longobarda, nel XVI secolo, i Tegrimi, i Mansi, i Trenta, ricchi mercanti dell'aristocrazia lucchese, vi organizzarono le proprietà con un nuovo sistema poderale delle ville con le chiuse, di cui restano i caratteristici muri in pietra ingentiliti da rampicanti, vite o fiori. Nel XVIII  secolo, grazie all’abbondanza di acqua, furono aperte, accanto ai già numerosi mulini e frantoi, due cartiere, una ancora esistente e ben conservata.


Le fonti principali sono qui la Fonte di Vorno (tra Via del Cimitero e Via di Valle) con due vasche poste ai lati dei pilastri del cancello dell'ingresso principale della Villa Guerrieri Brancoli. Sono caratterizzate da una vasca sorretta da un basamento in pietra che poggia sul lastricato di ingresso alla Villa; la Fonte di Via di Valle, di forma cilindrica in ghisa ad unico getto e la Fonte della via per Vorno costruita all'inizio del XX secolo come una struttura imponente, con doppia vasca e parete verticalizzata da una decorazione a lesene, cornice a dentelli e timpano a mezza luna e due sculture leonine a sovrastare lateralmente al timpano centrale.

Purtroppo nel 1965 il monumento fu sensibilmente ridotto in altezza. L'attuale fontana è opera di un cambiamento radicale avvenuto nel 2001. Le sculture che sormontano la fontana ai lati estremi, sono leoni sdraiati dal corpo muscoloso e dalla folta criniera che si affrontano e hanno il muso rivolto verso i lati dove sono collocati i lavabi.

 

In prossimità delle fontane, sono installati cartelli che riportano le analisi della qualità dell'acqua con le principali caratteristiche chimiche e minerali, una breve storia della fonte e una cartina con il percorso completo della "Via della buona acqua".

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